"Una ventina d'anni fa (il terzo millennio era appena iniziato e noi europei si cincischiava aspettando di capire che piega avrebbe preso) mi trovai a visitare una regione himalayana posta tra l'India e la Cina. Benché essa rappresentasse una piccola parte della vasta area montagnosa che spinge le proprie vette oltre gli ottomila metri, quella zona mi parve sconfinata tanto era selvaggia e triste. Mi trovavo solo ed era inverno, la stagione migliore per chi voglia osservare le scintillanti cime che durante la stagione estiva sono quasi sempre invisibili a causa delle nubi monsoniche. Me ne andavo a zonzo a bassa quota tra foreste e risaie quando incontrai un gruppo di antropologi in partenza per una valle a oltre cinquemila metri di quota. La troupe, un gruppo di giovani studiosi di molte nazionalità, era diretta a indagare sull'avvistamento nientemeno che di uno yeti. Facemmo amicizia ed essi mi offrirono un passaggio sul loro elicottero."